Filottrano City Rockers

PETIZIONE:NON EQUIPARIAMO REPUBBLICHINI E PARTIGIANI!, fatela girare!

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lucri'80
view post Posted on 18/3/2009, 11:59 by: lucri'80




La mail che leggerete mi è arrivata dall'Istituto della Resistenza di Macerata.
Come prima cosa vi chiedo di leggerla, e di inoltrarla a tutti i vostri contatti e di chiedere che venga fatto altrettanto, perché io ne ero all'oscuro e il mio timore è che come me, molti lo siano.
La seconda cosa è una proposta, dato che Filottrano city rockers è antifascista per definizione: perchè in occasione dello spettacolo del 26 marzo non si prova a raccogliere le firme?magari parlatene con l'Anpi di osimo con cui siete in contatto. O comunque, se si sarà ancora in tempo, di organizzarsi per raccoglierle al festival di giugno. Fatemi sapere. nel frattempo (perché lo farei comunque)posso scrivere sia all'Istituto che alla signora firmataria della mail di farmi mandare il modello cartaceo.Io credo proprio convintamente che dobbiamo provarci. L'italia è una Repubblica antifascista, basata su principi antifascisti e questo è un fattore INDISCUTIBILE a PRESCINDERE DA QUALSIASI IDEA POLITICA. Avallare questa legge o restare in silenzio su di essa, significa contribuire a minare le fondamenta di ciò che siamo....e a nessuno piace crollare. Tengo a specificare che tra i promotori della petizione, c'è anche Caludio Pavone, ex partigiano, una delle personalità storiche più importanti del nostro Paese e che per primo parlò di "guerra civile" in riferimento al periodo '43-'45.
di seguito, la mail:

Amici, vi rinnovo la richiesta di attenzione su questa proposta di
legge. Fatela circolare tra i vostri contatti.
Grazie a tutti per la collaborazione. Chi volesse collaborare alla sua
diffusione potrà inoltrare questo appello ai suoi contatti, potrà
raccogliere firme anche su carta (chiedetemi di mandarvi il modello
cartaceo ), potrà dare una mano a diffondere informazioni, perché pochi
sanno di questa proposta di legge.
Il successo di questa petizione non è scontato, anche se riuscissimo a
raccogliere un numero enorme di adesioni. Anche su un altro piano ci si
deve mobilitare: quello delle mozioni espresse dalle istituzioni, dagli
organismi, dai consigli comunali, regionali, provinciali, municipali,
zonali, dai consigli di facoltà, ai collegi dei docenti, ai consigli di
classe, alle assemblee sindacali di ogni genere di lavoratori, dai
circoli culturali, dalle associazioni, alle comunità montane, come già
sta avvenendo in tutta Italia. Contano molto queste mozioni perché
rappresentano grandi numeri di elettori.




_Subject: Una Petizione contro la 1360_

No all'equiparazione tra partigiani della Resistenza
e miliziani della Repubblica di Salò
PER RESPINGERE LA PROPOSTA DI LEGGE N. 1360/2008
ISTITUZIONE DELL'ORDINE DEL TRICOLORE E ADEGUAMENTO DEI TRATTAMENTI
PENSIONISTICI DI GUERRA

ESPRIMI LA TUA ADESIONE ALLA PETIZIONE POPOLARE:
http://www.articolo21.info/14/appello/no-a...ombattenti.html

A giugno dello scorso anno è stata presentata alla Commissione Difesa
della Camera la proposta di legge n. 1360 che equipara chi faceva i
rastrellamenti per conto dei nazisti a chi è stato internato nei campi
di concentramento e a chi ha fatto la Resistenza, tramite l'istituzione
di una onorificenza: Cavaliere dell'"Ordine del Tricolore".

Aderisci all'appello per fermare l'iter di approvazione di questa legge!


PETIZIONE

/Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, più
idealista,
c'erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di
tortura, le deportazioni e l'Olocausto;
dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato,
c'era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente
giusta,
se non proprio giusta in senso assoluto, ché di queste non ce ne sono.
/Italo Calvino


Al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano
Al Presidente della Camera dei Deputati, On. Gianfranco Fini
Al Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, On.
Edmondo Cirielli
Ai membri del Parlamento Italiano
e, p.c.,
Ai Deputati del Parlamento Europeo

Lo spirito della proposta di legge n. 1360, presentata il 23 giugno 2008
e in discussione dal 12 novembre 2008 alla Commissione Difesa della
Camera dei Deputati, è contrario ai principi fondanti della Repubblica
Italiana, della Costituzione della Repubblica Italiana e della
Democrazia, affermatisi in Italia in seguito alla Resistenza e alla
Liberazione del nostro Paese dal fascismo collaborazionista con
l'esercito occupante nazista.

I firmatari di questa petizione, condividendo le posizioni assunte in
proposito dalle Associazioni Partigiane e degli ex-Deportati, confidando
nei principi della Democrazia e nella doverosa piena attuazione della
Costituzione, facendo anche riferimento al discorso di insediamento del
Presidente della Camera On. Gianfranco Fini, esortano il Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente della Camera dei
Deputati On. Gianfranco Fini, e il Presidente della Commissione Difesa
della Camera dei Deputati On. Edmondo Cirielli perché agli autori della
proposta di legge 1360 vengano forniti gli elementi di riflessione
necessari a un ripensamento e al suo ritiro, e affinché le Istituzioni
Democratiche della Repubblica Italiana vengano tutelate dalla eventuale
e non auspicata approvazione parlamentare.

Dopo l'Armistizio e durante la guerra di Liberazione dall'invasione
tedesca, il Governo del Regno d'Italia rifugiato nel Sud Italia era
regolarmente operante e adempiva alle sue funzioni garantendo la
continuità legale dello Stato italiano. La Repubblica di Salò non aveva
pertanto alcuna legittimità. Da ciò deriva che i suoi aderenti,
volontari o cooptati, non possono essere assimilabili agli appartenenti
all'Esercito Italiano, né i suoi reduci possono avere, in quanto tali,
alcun riconoscimento da parte della Repubblica Italiana.

La proposta di legge n. 1360/2008, che propone l'istituzione di un
"Ordine del Tricolore" presieduto dal Presidente della Repubblica, nasce
da un'ottica negazionista dell'evidenza della storia. Essa infatti
- equipara i miliziani della Repubblica Sociale ai partigiani che
durante la Resistenza combatterono contro il fascismo e il nazismo,
assegnando loro indistintamente il titolo di "cavaliere";
- mira al riconoscimento di onore, già respinto da numerosi Decreti
Luogotenenziali dello Stato italiano fin dal 1944-'45, ai miliziani di Salò;
- sostiene, nel prologo, che tra il 1943 e il 1945 in Italia si
scontrarono due distinti eserciti di "pari dignità": uno formato da
coloro che "ritennero onorevole la scelta a difesa del regime, ferito e
languente", e un altro formato da quanti, rimasti fedeli al loro
giuramento al Governo Italiano, "maturati dalla tragedia in atto o
culturalmente consapevoli dello scontro in atto a livello planetario, si
schierarono dalla parte avversa, 'liberatrice'";
- mette sullo stesso piano, confondendoli, i valori di libertà,
giustizia e democrazia per cui combatterono i partigiani e le potenze
alleate, con gli obiettivi perseguiti dai totalitarismi fascista e
nazista, i quali intendevano costruire un "Nuovo Ordine Europeo" fondato
sulla supremazia 'razziale', sulla discriminazione e la riduzione in
schiavitù dei popoli ritenuti inferiori e sullo sterminio di intere
comunità;
- offende i familiari delle vittime del fascismo, che rischiano di
vedere assegnato ai loro congiunti lo stesso riconoscimento dato a
coloro che li hanno torturati e uccisi;
- discredita gli organismi che da anni si impegnano nella ricerca
storica per mantenere viva la memoria e accrescere la coscienza di quel
passato;
- nega dignità a quanti hanno combattuto affinché in Italia prevalesse
la democrazia contro chi insanguinava preordinatamente e
sistematicamente il Paese;
- lede i principi ideali fondamentali e i valori umani e politici su cui
si fonda la Repubblica Italiana nata dal ripudio del fascismo.

La "pacificazione nazionale" non può essere perseguita mettendo sullo
stesso piano la Resistenza e la Repubblica sociale, la lotta dei
partigiani per la libertà e la lotta dei repubblichini per negare la
libertà.
I firmatari di questa petizione fanno proprie le parole di Giuliano
Vassalli, Presidente emerito della Corte Costituzionale: "Nessun
riconoscimento ai repubblichini. Erano e restano nemici dello Stato
democratico", e auspicano che i presentatori della proposta di legge
1360 già trovino concordemente la consapevolezza della opportunità di
ritirarla.

Redatta il 15 marzo 2009.

Promotori:
Ilaria Allegri, Carlo Amabile, Giancarlo Amurri, ANED Milano, ANPI
Lombardia, ANPI Sez. "Luigi Viganò" Milano-Precotto, ANPI Sez. Barona
Milano, ANPI Sez. di Cologno Monzese, ANPI Sez. di Crescenzago, ANPI
Sez. di Inzago, Anna Maria Appolloni, Jack Arbib, Elena Aschedamini,
Associazione Bambini in Romania Onlus, Claudia Azzola, Dimitri Baldanza,
Mariangela Bastico, Biagio Battaglia, Luciano Belli Paci, Alberto
Benadì, Carla Beretta, Teresa Maria Berzoni, Elisa Bianchi, Carlo
Bibbiani, Ionne Biffi, Giuseppe Binda, Francesca Bonfante, Claudia
Bonfiglioli, Marcello Buiatti, Franco Busato, Felice Cagliani, Dova
Cahan, Gino Candreva, Angelo M. Cardani, Donato Carissimo, Ruben L.
Castelnuovo, Davide Castorina, Maria Teresa Catania, Giovanni Marco
Cavallarin, Roberto Cenati, Andrea Chiodi, Luigi Consonni, Alberto
Corcos, Silvia Cuttin, Vincenzo De Bernardis, Marcella De Negri, Roberto
De Pas, Letizia Del Bubba, Carolina Delburgo, Democrazia Laica, Patrizia
Deotto, Giuseppina Di Fraia, Grazia Di Veroli, Pier Paolo Eramo, Luigi
Faccini, Claudio Falcone, Silvia Fenizia, Annamaria Ferrari, Stefano
Ferrario, Ida Finzi, Fondazione della Memoria della Deportazione, Giulio
Forconi, Moreno Franceschini, Claudio Gallazzi, Pupa Garribba, Massimo
Gentili Tedeschi, Cecilia Ghelli, Flavia Giuliani, Laura Gottlob,
Veniero Granacci, Rita Gravina, Isaac Habert, Simonetta Heger, Adriana
Infante Battaglia, Istituto Pedagogico della Resistenza Milano, Vincenzo
Jorio, Francesca Lacaita, Francesca Lagomarsini, Fabio Levi, Nicola
Licci, Sonja Liebhardt, Raffaella Lorenzi, Massimo Luciani, Mario Lupi,
Marco Lusena, Giulio Maggia, Brunello Mantelli, Alessandra Manzoni,
Ignazio Manzoni, Marina Marini, Gianfranco Maris, Fernando Martini,
Giovanna Massariello, Anna Mazza, Maria Medi Guerrera, Guido Melis,
Paola Meneganti, Nicoletta Meroni, Monica Miniati, Enrico Modigliani,
Paola Mognaschi, Andrea Molco, Demetrio Morabito, Maurizia Morini,
Roberto Morpurgo, Giorgio Mortara, Ernesto Muggia, Giuseppe Natale,
Magda Negri, Vincenzo Negri, Enzo Nocifora, Nuova Società, Giuliano
Olivieri, Patrizia Ottolenghi, Paolo Pagani, Floretta Pagliara, Dora
Palermo, Giancarla Panizza, David Pardo, Lucio Pardo, Claudio Pavone,
Angela Persici, Silvana Pervilli, Marina Piperno, Antonio Pizzinato,
Pier Paolo Pracca, Roberto Prina, Giorgio Prister, Elena Razzoli,
Giancarlo Reati, Massimo Repetti, Rete Comitati Milanesi, Aida Ribero,
Aldo Rodini, Maria Grazia Roggero, Ernesto Rossi, Vincenza Rotta,
Liliana Sacchi, Estilio Salera, Mario Salmon, Marco Sarno, Giorgio
Scaffidi, Angela Scassellati, Raffaele Scassellati, Nadia Schavecher,
Giovanni Scirocco, Ada Segre De Benedetti, Franco Segre, Giorgio Segre,
Liliana Segre, Daniele Serrazanetti, Sinistra Critica prov. di Varese,
Domenico Siracusano, Eleonora Sirsi, Francesco Somaini, Tullio Sonnino,
Francesco Spagnolo, Aldo Spizzichino, Fausta Squatriti, Federico
Steinhaus, Francesco Surdich, Ivano Tajetti, Renato Teti, Antonella
Tiburzi, Vincenzo Tomaselli, Eliana Torretta, Luigi Tranquillino, Sergio
Tremolada, Fernanda Tucci, Giovanni Urro, Franco Vaccaneo, Dario
Venegoni, Francesco Venturi Ferriolo, Massimo Venturi Ferriolo, Ugo
Volli, Aglaia Zannetti, Giorgio Zuccardi.
_____________

Si tratta di una proposta di legge che equipara i combattenti partigiani
della Resistenza con i miliziani della Repubblica Sociale Italiana. Lo
intende fare tramite l'istituzione di una onorificenza: l'"Ordine del
Tricolore". Il Capo dello Stato, in questo frangente temporale Giorgio
Napolitano, dovrebbe insignire del titolo di "Cavaliere dell'Ordine del
Tricolore" indistintamente agli uni e agli altri, con il conferimento di
un piccolo, ma significativo anch'esso, assegno pensionistico.
Negare l'evidente e inequivocabile differenza tra i due schieramenti
vuol dire negare la verità incontrovertibile, dimenticare che i
partigiani, nella Resistenza, combatterono insieme agli alleati
anglo-americani per sconfiggere il il fascismo e il nazismo e liberare
l'Italia dai suoi occupanti, che i repubblichini pervicacemente
sostennero condividendone gli orrori. La proposta di legge n. 1360
equipara quelli che facevano i rastrellamenti per conto dei nazisti a
chi è stato internato nei campi di concentramento e a chi ha fatto la
Resistenza. Essa esprime una convinzione negazionista della storia:
disconosce infatti che la Repubblica Sociale Italiana, costituitasi il
23 settembre 1943
(<http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Sociale_Italiana>), nacque con
intenti ostili nei confronti del Governo Italiano, e dimentica quindi
che, alla caduta del governo di Mussolini e del fascismo, già dal 22
luglio del 1943 in Italia era operante il nuovo governo guidato da
Badoglio (www.it.wikipedia.org/wiki/Governo_Badoglio_I
<http://www.it.wikipedia.org/wiki/Governo_Badoglio_I>
<http://www.it.wikipedia.org/wiki/Governo_Badoglio_I>). Potrei, seppur
con molti sforzi, anche accettare che qualcuno possa avere l'idea che
chi scelse di schierarsi con l'una o l'altra parte lo abbia potuto fare
"in buona fede". Ma dalla "buona fede" al riconoscimento onorario e al
titolo di Cavaliere per chi si è chiamato fuori dallo stato italiano, e
gli si è schierato contro, criminale nemico della patria, che ha fatto
la guerra ai partigiani, all'esercito di liberazione, ai militari agli
ordini del generale Badoglio, alle forze alleate e alle truppe che
combatterono contro l'esercito nazista in ritirata, che ha fiancheggiato
fino all'ultimo i nazisti e i torturatori delle popolazioni civili,
proprio non riesco ad adattarmi. Insomma, è ben peggio che se la
Germania decidesse oggi di assegnare un nuovo cavalierato, e la
pensione!, a Goebbels, Eichmann, Rauff, Saewecke, Kesserling, ... E dico
questo volendo prescindere dalle mie premesse ideologiche, ma proprio
guardando al succedersi dei fatti. Considerando poi quale fu l'operato
della RSI, complice attiva e spietata di Hitler & C. nelle deportazioni
e nello sterminio di ebrei, e di partigiani, omosessuali, rom, politici,
deportati e non, valdesi, protestanti, testimoni di Geova, di ogni
genere, di ogni sesso, di ogni età, italiani e stranieri, il mio
disadattamento si trasforma in sdegno, in obbrobrio. Sia per il fatto in
sé, sia perché questa proposta di legge vuole intaccare le stesse basi
fondanti della Repubblica Italiana, che si è fondata sulla Resistenza
contro ciò e sulla costruzione della Democrazia. Possibile che questi
sentimenti non sfiorino i presentatori della proposta di legge n. 1360?
Ovunque nel mondo una proposta di legge del genere verrebbe respinta sul
nascere, tra la derisione comune e la fermezza della democrazia. E
invece le cose, a me sembra, qui stanno diversamente.
Questa proposta di legge n. 1360 nasce con l'intento di vincere, di
superare gli ambiti della Commissione Difesa della Camera dei Deputati
presso la quale è in discussione dal 12 novembre 2008, per essere
presentata e andare trionfalmente al voto in Parlamento:
- cominciamo dai firmatari della proposta di legge n. 1360: tra quei
quarantadue nomi spicca quello di DE CORATO che, a prescindere dalla sua
collocazione partitica e parlamentare, è il vice Sindaco della più
grande città d'Italia insignita della Medaglia d'Oro della Resistenza:
Milano. Cosa vuol dire? Che il vice Sindaco di Milano intende portare a
sostegno della proposta di legge n. 1360 di cui è firmatario tutta
l'enormità quantitativa (e i numeri contano in democrazia, spesso più
delle idee) di voti che ha determinato la maggioranza amministrativa
nella "capitale morale ed economica" del Paese;
- continuiamo con i firmatari della proposta di legge n. 1360: quei
quarantadue nomi appartengono a diversi schieramenti politici. Cosa vuol
dire? Che c'è una sorta di trasversalità politica unificata (consapevole
o no) sul tema della negazione della storia e della esaltazione del
tradimento e della violenza;
- proposte politiche del genere si erano già viste in precedenti
legislature, ma non erano mai state così articolate, e sembravano frutto
di dilettantismo strategico a fronte di questa, tanto che sono tutte
cadute nel vuoto. Questa volta la proposta di legge n. 1360 è stata
presentata all'inizio della legislatura. Cosa vuol dire? Che i suoi
firmatari hanno deciso di darsi quanto più tempo possibile, cinque anni,
per portarla al voto in Parlamento.
Questa proposta di legge n. 1360 potrebbe davvero diventare legge: si
tratterebbe di un punto di non ritorno nella storia della democrazia
italiana. Per cercare di evitare questo rischio bisognerà che ci sia un
impegno di vigilanza, di attenzione, alto, costante, fino all'ultimo
momento dell'esistenza di questa legislatura.
I media sembrano non essersene accorti, né i partiti, né i parlamentari:
il silenzio è quasi assoluto. La rassegna stampa di quanto è stato
pubblicato è scarna, nella maggioranza dei casi distante dal problema.
Più sensibile è la rete che in parecchi blog e in facebook ospita
interventi di diverse corposità. E' necessario informare i cittadini, i
parlamentari, i partiti, le associazioni, le istituzioni in primo luogo,
tutto il Paese insomma, di quanto sta succedendo sotto il suo naso.
Ed ecco la decisione di far partire una petizione, una raccolta di firme
che tenti di bloccare l'iter della proposta di legge n. 1360. Di fronte
a tanto sistematico, lucido cinismo anti-istituzionale,
anti-repubblicano ed eversivo questa petizione dovrà raccogliere un
numero enorme di firme perché possa avere un senso reale.
Difendere il Tricolore Repubblicano, Democratico e Antifascista. Il
Tricolore è l'emblema della Liberazione, della Costituzione e della
Democrazia, e non può essere confuso con quello di chi ha seminato
terrore, razzismo e morte negando ogni libertà.
I fascisti di Salò hanno levato le armi a sostegno dei nazisti occupanti
contro la Patria. Questa è una realtà storica che nessuno può rivedere o
negare. Se questa proposta di legge dovesse avere l'approvazione del
Parlamento, verrebbero intaccati i fondamenti su cui si basa la nostra
democrazia. E' dovere morale, oltre che politico, di tutti i cittadini
della nostra Repubblica prendersi cura delle sorti della propria Patria,
impedendo, con la determinazione delle Leggi e la fermezza della
Democrazia, che questa provocazione insensata possa giungere in Parlamento.
Io credo che si debba iniziare daccapo, rigenerare il clima unitario che
si era determinato nella Resistenza cui parteciparono tutti i colori
dell'antifascismo, liberali, comunisti, cattolici, socialisti,
anarchici, monarchici, indipendenti, bianchi, rossi, azzurri, cattolici,
musulmani, protestanti, ebrei, rom, popolani, aristocratici, coraggiosi,
paurosi, uomini, donne, civili, militari, laici, religiosi, europeisti e
indipendentisti, . Si devono scuotere le coscienze democratiche
intorpidite; si deve organizzare ad organizzare una iniziativa nazionale
guidata da tutte le organizzazioni di partigiani, di deportati, dai
sindacati, dai partiti, dalle associazioni anche più minuscole, che
promuovano, e curino la tempesta di messaggi di dissenso che dovrà
riversarsi innanzitutto sul Presidente della Commissione Difesa della
Camera dei Deputati, e sul Presidente della Camera dei Deputati, e sul
Presidente della Repubblica, e sul Parlamento Europeo.
Perché anche il Parlamento Europeo? Consideriamo per un attimo come in
Europa il fascismo sia un fenomeno estraneo alle attività istituzionali
e governative; consideriamo che le destre, in Spagna, in Germania, in
Inghilterra, in Francia, in Olanda, ovunque insomma, non si sognano
nemmeno da lontano di rifarsi ai fascismi del passato. Ve la immaginate
una Merkel, o un Sarkozy, o un Gordon Brown che provassero simpatie per
una proposta di legge del genere? Bisogna che anche dall'Europa vengano
le espressioni del dissenso nei confronti dell'involuzione italiana.
Bisogna creare un clima di isolamento nei confronti di questo cinismo
antidemocratico. Tutto un percorso, cioè, di ri-creazione della cultura
democratica.
Ogni cittadino italiano che abbia a cuore le sorti del suo Paese
dovrebbe sollecitare gli organi collegiali (nei posti di lavoro,
associazioni politiche, sindacali, culturali, ecc.) di cui fa parte e
quelli rappresentativi/amministrativi (Consigli Comunali, Consigli di
Zona, Consigli Provinciali, Consigli Regionali, Comunità Montane, ecc.)
ad adoperarsi perché esprimano il dissenso per conto dei milioni di
cittadini che essi rappresentano ed invitino il Parlamento ad avvalersi
della forza delle Leggi per impedire il compimento del disegno.
Una valanga di democrazia dovrà opporsi alla proposta di legge n. 1360.
Il Paese dovrà far sentire ai suoi estensori l'orgoglio repubblicano e
democratico dei suoi cittadini. E bisogna fare presto però, prima che la
proposta di legge arrivi in aula.

Antonella Tiburzi

Edited by lucri'80 - 18/3/2009, 12:27
 
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